12 Gennaio 2022

ZES, ZLS…E LE ZONE FRANCHE

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede la riforma e l’infrastrutturazione delle Zone Economiche Speciali, al fine di favorire l’attrazione di investimenti e la competitività globale delle realtà portuali meridionali; le Zone Logistiche Semplificate, dotate di maggior appeal fiscale, attraggono i porti del Nord; e le zone franche?

La ZES è di norma composta da porti, aree aretroportuali, anche di carattere produttivo e aeroportuale, piattaforme logistiche, interporti e non può comprendere zone residenziali; lo scopo? Attrarre fonti di investimenti diretti, anche e soprattutto da parte di soggetti stranieri, incrementare la produttività e le esportazioni, accrescere l’occupazione, migliorare la qualità del sistema produttivo. Ad oggi sono state istituite le ZES in Campania, Calabria, Ionica Interregionale nelle regioni Puglia e Basilicata, Adriatica Interregionale nelle regioni Puglia e Molise, in Sicilia occidentale, in Sicilia orientale, in Abruzzo; è in fase finale l’istituzione della ZES in Sardegna. Le ZLS, rese, nl tempo, più attrattive, grazie all’estensione di benefici propri delle ZES, sono lo strumento utilizzato da porti del Nord esclusi dalle ZES. E le zone franche? E la dogana, più in generale, intesa come sistema ordinato e coordinato di utilizzo dei regimi speciali per fini equivalenti a quelli delle zone franche? Nemmeno una parola, un aiutino? Eppure, si tratta del compagno ideale di ZES e ZLS, in grado di completarle e di garantire, anche e soprattutto nei confronti dei soggetti esteri, quei benefici che la norma disconosce alle prime. Mah…

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