UNA NUOVA DOGANA PER UN’EUROPA GEOPOLITICA
La Presidente della Commissione UE ha individuato nella riforma dell’unione doganale una priorità politica del suo mandato; nel settembre 2021 Paolo Gentiloni ha invitato un gruppo di saggi a proporre idee e suggerimenti sulle sfide che l’unione doganale dovrà affrontare nel breve/medio periodo e sugli strumenti necessari per vincerle.
Un’unione doganale ben funzionante è il solo strumento a disposizione della UE per proteggere i suoi cittadini contro prodotti nocivi e pericolosi, per mantenere l’integrità del mercato interno, per promuovere un’ambiziosa agenda commerciale con i partner di paesi terzi, per garantire condizioni di parità per le imprese. Per adempiere alla sua missione, la dogana deve essere resiliente, a prova di futuro e contribuire all’agenda politica della UE in materia di Green Deal, digitalizzazione e competitività delle imprese. Dieci proposte per una dogana moderna: riforma di processi, responsabilità e governance dell’unione doganale; rilevo alla trasmissione dei dati, non alla formalità dichiarativa e un quadro generale di cooperazione per la loro condivisione; istituzione di un’Agenzia europea delle dogane; fiducia negli operatori economici e loro responsabilizzazione per un allargamento dei confini AEO; digitalizzazione delle procedure; rigida applicazione delle restrizioni a tutela della sostenibilità, anche attraverso una riforma strutturale del sistema armonizzato; maggiori risorse e garanzia di risultato dell’azione amministrativa. Un quadro complesso, tesi di principio da calare in una realtà europea così diversa. Ci sarà da studiare. E scrivere.