SVIZZERA, DAZIO ZERO E PROVA DELL’ORIGINE

La Confederazione elvetica ha, da tempo, deciso l’abolizione, a decorrere dal prossimo 1° gennaio 2024, dei dazi applicati all’importazione di prodotti industriali, che ricadono nei capitoli da 25 a 97 del SA, ad eccezione di alcuni prodotti dei capitoli 35 e 38. Ora, la dogana chiarisce le conseguenze sulla presentazione delle prove dell’origine.

La decisione del Consiglio federale di Berna ha stabilito la norma; la dogana ne chiarisce, con estrema, sintetica chiarezza, gli effetti sulla presentazione delle prove di origine; che, di seguito, proviamo a riassumere. Le prove non saranno più necessarie nelle ipotesi di reintroduzione in franchigia. Se una merce, originaria di un Paese sottoscrittore di un accordo di libero scambio (ad es., la UE), deve essere riesportata bel paese di origine o deve essere utilizzata in Svizzera per l’applicazione del cumulo, l’origine della merce importata può essere provata con l’originale su carta o una copia della prova dell’origine valida o, qualora sia stata applicata un’aliquota preferenziale all’importazione, con una copia della decisione attestante tale agevolazione. Le prove possono essere archiviate anche in modo digitale e devono essere custodite per tre anni (cinque anni per l’accordo di libero scambio con la Corea) dopo il rilascio della prova dell’origine alla quale si riferiscono. Ovviamente, una prova dell’origine non è necessaria se la merce è destinata a rimanere in Svizzera. Raccomandazione dell’autorità doganale agli importatori: se si è già a conoscenza della possibilità di riesportare i prodotti, richiedere la prova d’origine ai fornitori, anche se ciò non influisce sull’aliquota daziaria; informare i propri spedizionieri della necessità di applicare un’aliquota preferenziale all’importazione.

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