SANZIONI UE CONTRO LE MINACCE ECONOMICHE
La Commissione europea ha presentato nei giorni scorsi un nuovo strumento, creato per contrastare l’uso della coercizione economica da parte di Paesi terzi, come risposta alla pressione economica cui le imprese unionali sono state soggette negli anni recenti, allo scopo di difendersi meglio sulla scena globale.
La proposta della Commissione costituisce il naturale seguito delle richieste del Parlamento europeo e di alcuni Stati membri ed era stata preceduta, lo scorso 2 febbraio, di una dichiarazione congiunta con il Consiglio e con il Parlamento europeo, diretta ad individuare strumenti di dissuasione e di contrasto alle azioni coercitive dei Paesi terzi. Cui aveva fatto seguito una approfondita consultazione pubblica a livello comunitario, compresa una valutazione d’impatto, in cui le parti interessate, in particolare le imprese, le associazioni di categoria e i gruppi di lavoro, hanno confermato il problema dell’intimidazione economica e della coercizione contro gli interessi della UE e sostenuto la necessità di uno strumento dissuasivo a livello unionale. Il quale prevede, quale primo passo, per preservare la libertà economica e la sovranità unionale, l’interruzione di specifiche misure coercitive attraverso il dialogo; eventuali contromisure sarebbero applicate dalla UE solo come ultima risorsa, quando non vi sia altro modo per affrontare l’intimidazione economica (divieti economici espliciti, boicottaggi di merci e/o di Paesi, controlli di sicurezza alimentare, etc.). La proposta dovrà, ora essere discussa e approvata dal Parlamento e dal Consiglio europeo.