AGGIRARE LE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA È REATO

L’UE ha adottato numerose misure restrittive contro la Russia (e la Bielorussia), per combattere
l’aggressione all’Ucraina; ed è preoccupazione comune quella di evitare che tali misure vengano
eluse, ad esempio, mediante false transazioni con altri Paesi, così sentita che il Consiglio ha
deliberato di qualificare tali comportamenti come “reati della UE”.

Il Parlamento e il Consiglio UE possono stabilire norme minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni in sfere di criminalità particolarmente grave, che presentano una dimensione
transnazionale. Fino ad oggi ricadevano in tale previsione i reati di terrorismo, tratta degli esseri
umani e sfruttamento sessuale delle donne e dei minori, traffico illecito di stupefacenti, traffico
illecito di armi, riciclaggio di denaro, corruzione, contraffazione di mezzi di pagamento, criminalità
informatica e criminalità organizzata (art. 83, TFUE). Il 28 novembre il Consiglio UE ha adottato
all’unanimità la decisione di aggiungere la violazione delle misure restrittive all’elenco dei reati
della UE incluso nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Ciò nella considerazione che
lasciare agli Stati membri la libertà di definire cosa debba intendersi per violazione delle misure
restrittive, nonché la natura delle sanzioni che dovrebbero essere applicate in caso di tali
violazioni, potrebbe comportare livelli sanzionatori non armonizzati, aumentando il rischio di
elusione delle misure e creando zone d’ombra tali, da consentire alle persone oggetto di sanzioni
di continuare ad accedere ai propri beni e a sostenere i regimi oggetto delle misure unionali. La
Commissione presenterà ora una proposta di direttiva per definire il contenuto di reati e sanzioni,
discussa e adottata dal Consiglio e dal Parlamento.

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