RIFORMA DEGLI ISTITUTI DOGANALI, CI RIPROVIAMO
Di riforma della normativa doganale nazionale, di adeguamento alle disposizioni unionali, di semplificazione dei controlli, di riforma di un sistema sanzionatorio in linea con le previsioni di Bruxelles, si parla da tempo immemore; la bozza di legge delega di riforma del sistema fiscale prosegue su questa innovativa scia. Attendiamo fiduciosi gli eventi.
Un Testo unico della legislazione doganale datato 1973; un Regolamento di applicazione approvato da un Regio Decreto nel 1986; norme in materia di accertamento, riscossione, revisione risalenti al 1990: non si può certo dire che la normativa doganale nazionale brilli per modernità e attualità.
Periodicamente, istanze revisioniste solleticano le menti parlamentari, fino ad oggi con scarsissimi risultati; ora, ci riprova la nuova legislatura, con un articolo ad hoc vergato nel disegno di legge delega di riforma fiscale.
Cinque criteri direttivi specifici dettati al Governo (in ordine sparso): telematizzazione delle procedure; maggiore qualità e semplificazione dei controlli, potenziando (attuando?) lo Sportello Unico Doganale e dei Controlli; il riordino delle procedure di liquidazione, accertamento, revisione dell’accertamento e riscossione; un generale “riassetto del quadro normativo in materia doganale attraverso l’aggiornamento o l’abrogazione delle disposizioni attualmente vigenti, in conformità al diritto eurounitario in materia doganale”, che potremmo tradurre in rivisitazione del Testo Unico delle leggi doganali e definizione di un sistema sanzionatorio rispettoso dei principi di effettività, proporzionalità e dissuasività dettati dal Codice doganale unionale.
E, infine, la cara, vecchia, controversia doganale: revisionarla, dice la bozza; eliminarla, mi permetto di suggerire.
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