RESTRIZIONI USA ALL’IMPORT DI ACCIAIO E ALLUMINIO
Le dichiarazioni dello scorso mese di luglio del presidente Biden segnano un cambiamento significativo nella politica commerciale degli Stati Uniti sulle importazioni di acciaio e alluminio, concentrandosi su origini specifiche. Questi cambiamenti sono più di semplici aggiornamenti, sono un avvertimento per chi opera nel commercio internazionale.
Non una punizione per il Messico, ma un segnale, inequivocabile, lanciato al panorama dei fornitori globali, in primis cinesi: non è possibile aggirare le misure restrittive imposte dalla politica commerciale statunitense. Il solito impeto imperialnazionalista, in passato più volte sfoggiato dalle amministrazioni USA sotto il vessillo del “portiamo la democrazia nel mondo”? Forse, ma prevenire è meglio che curare. In sintesi: condizioni più severe per le importazioni di acciaio e alluminio dal Messico, specificamente mirate al modo in cui questi metalli vengono lavorati. La cosiddetta regola “melt and pour” per l’acciaio e la regola “smelt and cast” per l’alluminio garantiscono che solo l’acciaio e l’alluminio fuso e versato in Messico e Canada (o Stati Uniti) siano ammissibili al trattamento tariffario preferenziale, in precedenza riconosciuto in base alla provenienza, indipendentemente dalla tipologia di lavorazione applicata. Quindi, niente più spedizioni di acciaio o alluminio cinese in Messico per lavorazioni “superficiali”, al fine di godere del trattamento preferenziale all’importazione negli USA. Un cambiamento che porterà, probabilmente, a un riallineamento delle supply chain, con potenziali interruzioni delle forniture a breve termine, ma potrà garantire nuove quote di mercato a coloro che riusciranno a modificare rapidamente le loro strategie per allinearle alle nuove regole.