RECLUSIONE PER CHI VIOLA LE SANZIONI UE
543 voti favorevoli, 45 contrari e 27 astensioni, il Parlamento europeo con un plebiscito adotta una proposta di direttiva, concordata con gli Stati membri, sulla criminalizzazione della violazione e dell’elusione delle sanzioni UE. Una definizione comune, sanzioni minime per le violazioni, alle buone intenzioni seguano i fatti, la parola al Consiglio.
Tanto più numerose sono le sanzioni pensate e disposte, tanto più lungo è il tempo del castigo economico e finanziario, tanto più elevata è la possibilità, testimone la storia, di spinte elusive, costruzioni pluriangolari ardite, traiettorie impensabili; il perseguimento del bene, comune e futuro, mal può conciliarsi con la necessità privata, a tacere dell’umana indole truffaldina. Ben consapevoli, i poteri unionali studiano rimedi per non vanificare, con la furbizia di pochi, il sacrificio di molti. Ecco, allora, il Parlamento europeo votare una proposta di direttiva, ora sulla via del Consiglio, per armonizzare definizioni coerenti per le violazioni, tra cui il non congelamento dei fondi, il mancato rispetto dei divieti di viaggio o degli embarghi sulle armi, il trasferimento di fondi a persone soggette a sanzioni o lo svolgimento di affari con enti statali di Paesi sotto sanzione, la fornitura di servizi finanziari o servizi di consulenza legale. Di rilievo l’obbligo, per gli Stati membri, di criminalizzare la violazione delle operazioni di importazione ed esortazione non solo in presenza di dolo, ma anche di colpa grave, se oggetto delle formalità doganali sono beni militari o a duplice uso. Reclusione e pene accessorie per le persone fisiche, per le persone giuridiche responsabilità collegata al ruolo organizzativo apicale dei trasgressori, un nuovo reato presupposto alle viste? Attendiamo la versione definitiva.