03 Dicembre 2021

“QUICK FIXES”, ANCHE L’ITALIA SI ADEGUA

Pedetemptim, un passo alla volta, sentenziavano i saggi latini. E il legislatore nazionale applica alla lettera tale brocardo. Con quasi due anni di ritardo, adotta la Direttiva (UE) n. 2018/1910 e chiude la procedura di infrazione aperta dall’Unione europea. La disciplina “quick fixes” è, finalmente, legge.

Le soluzioni rapide, adottate dall’Unione europea in materia di scambi intracomunitari nel 2018, si applicano anche in Italia dallo scorso 1° dicembre: trasposizione fiscale della relatività di einsteniana memoria? Due disposizioni degne di menzione speciale: 1) il trattamento del call-of stock, ovvero di quella particolare fattispecie contrattuale che si realizza quando un soggetto invia una partita di beni in un magazzino situato in un altro Stato membro, a favore di un acquirente determinato, che ne diventerà proprietario solo al momento del loro prelievo dal magazzino stesso, trasposizione legislativa di quel che la prassi usualmente denomina consignment stock e che ora trova una sua collocazione giuridica ad hoc, diversa da quella riservata alle cessioni e agli acquisti intracomunitari ordinari; 2) l’armonizzazione della disciplina delle “cessioni a catena”, fattispecie che si verifica ogni qual volta un bene è oggetto di più cessioni successive, ma di un ‘unica operazione di trasporto, dal primo cedente all’acquirente finale. A una sola delle predette cessioni, oggetto di trasporto intracomunitario, la giurisprudenza costante della Corte UE ha riconosciuto il beneficio della non imponibilità, costringendo il legislatore unionale a chiarire, in via autentica, la questione.

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