PRICE CAP SUL PETROLIO RUSSO
Il Consiglio UE ha deciso nei giorni scorsi di fissare un tetto massimo per il prezzo del petrolio greggio, degli oli di petrolio e degli oli ottenuti da minerali bituminosi (v.d. 2709) originari o esportati dalla Russia, fissandolo in $ 60,00 al barile. Il massimale, stabilito in stretta collaborazione con la Price Cap Coalition, è in vigore dallo scorso 5 dicembre.
Non una storia infinita, ma sicuramente una tra le decisioni più sofferte e discusse degli ultimi tempi, questa del price cap sul petrolio russo decisa dal Consiglio UE. Il prezzo massimo del petrolio russo limiterà gli aumenti di prezzo guidati da condizioni di mercato straordinarie e ridurrà drasticamente le entrate che la Russia ha guadagnato dalle vendite di petrolio, ma servirà anche a stabilizzare i prezzi dell’energia, mitigando le conseguenze negative sull’approvvigionamento energetico di Paesi terzi.
E’ introdotto un periodo transitorio di 45 giorni per le navi che trasportano greggio originario della Russia, acquistato e imbarcato prima del 5 dicembre e sbarcato nel porto di destinazione finale prima del 19 gennaio 2023. Il funzionamento del meccanismo del price cap sarà rivisto ogni due mesi, per rispondere all’evoluzione del mercato e sarà fissato ad una soglia almeno del 5% al di sotto del prezzo medio di mercato del petrolio e dei prodotti petroliferi russi, calcolato sulla base dei dati forniti dall’International Energy Agency. Una “clausola di emergenza” consente il trasporto di petrolio oltre il massimale di prezzo o la fornitura di assistenza tecnica, di intermediazione o l’assistenza finanziaria relativi al trasporto, necessari per la prevenzione di eventi suscettibili di avere un impatto serio e significativo sulla salute, sulla sicurezza umana o sull’ambiente.
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