MORATORIA DAZIARIA WTO SULL’E-COMMERCE
“Abbiamo raggiunto l’accordo di proseguire nella pratica attuale di non imporre dazi doganali sulle trasmissioni elettroniche fino alla XIV Sessione della Conferenza Ministeriale. La moratoria e il programma di lavoro avranno termine in quella data”. Correva il 1998, quando la visionaria WTO approvava il work programme sull’e-commerce.
Con il termine “commercio elettronico” si intende la produzione, la distribuzione, la commercializzazione, la vendita o
la fornitura di beni e servizi tramite mezzi elettronici; nelle intenzioni del Consiglio Generale della WTO, che nel lontano 25 settembre 1998 presentava il primo work programme in materia, la dizione di commercio elettronico doveva apparire il più ampia possibile, tale da comprendere tutte le varie forme in cui la nuova modalità di scambio che si affacciava alla notorietà poteva estrinsecarsi. A distanza di un quarto di secolo quelle forme si sono trasformate in una specifica identità, destinataria di regole e discipline proprie, che la differenziano dal tradizionale approccio agli scambi commerciali; e in questa trasformazione, la perseveranza della WTO e la moratoria daziari hanno rivestito un ruolo primario. Certo, come sottolinea il Parlamento europeo, al momento, il 65% delle spedizioni via e-commerce sono deliberatamente sottovalutate, il che porta a una significativa perdita di entrate, mentre fino al 66% dei prodotti acquistati online non soddisfa gli standard di sicurezza unionali; quisquilie parametrate ai denari e agli interessi che gli scambi immateriali muovono. Rafforzare il programma di lavoro, considerando, in particolare, le esigenze economiche e finanziarie dei Paesi in via di sviluppo, favoriti nella loro industrializzazione digitale dall’assenza di prelievi daziari.