28 Gennaio 2022

LA UE CONTESTA IN SEDE WTO IL SISTEMA ACI EGIZIANO

Il 26 gennaio la UE ha avviato un’azione in sede WTO contro l’Egitto, sostenendo che i requisiti di registrazione richiesti in sede di importazione e le relative formalità e ipotesi applicative non siano in compliance con l’Accordo generale WTO sulle tariffe doganali e il commercio, l’Accordo sull’agricoltura e l’Accordo sulle licenze di importazione.

Un sistema in grado di velocizzare le operazioni doganali di importazione, con il fine ultimo di decongestionare l’attività nei porti di destinazione: questa, nell’intento delle autorità egiziane, la ragione giustificatrice di ACI (Advance Cargo Information System), applicato dalla scorsa estate nel Paese delle piramidi. Certo, una simile innovazione comporta qualche formalità, sia per gli importatori egiziani (registrazione sulla piattaforma, acquisizione del codice ACID, invio dei documenti relativi al cargo almeno 48 ore prima della spedizione dei beni dal paese di origine), sia per gli esportatori unionali (trasferimento delle informazioni ai propri clienti attraverso CargoX, declinazione nordafricana del concetto di blockchain). Questi adempimenti non piacciono alla UE, che ha presentato alla WTO una richiesta di consultazioni, ovvero un confronto aperto di 60 giorni per trovare un accordo sulla controversia, in assenza del quale la soluzione può essere demandata al Collegio arbitrale. “Le misure controverse sembrano pregiudicare le esportazioni verso l’Egitto dei prodotti dell’Unione europea…… L’Unione europea si riserva il diritto di adottare ulteriori misure e reclami…attende con impazienza di ricevere la risposta dell’Egitto a tale richiesta”.

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