LA STRATEGIA INDUSTRIALE EUROPEA DELLA DIFESA
L’Europa è in pericolo, oggi ancor più di due anni fa, quando la UE approvò la sua via strategica per la difesa e la sicurezza; una guerra sul territorio europeo, la prima dal termine del secondo conflitto mondiale, ha mostrato l’urgenza di rafforzare la capacità nel settore della difesa UE: nascono, così, la strategia e il programma industriale della difesa.
Rispondere ai cambiamenti nel paradigma di sicurezza europeo, stabile per quasi un secolo e sovvertito, in un sol giorno, da una decisione, l’invasione dell’Ucraina, capace non tanto di sovvertire equilibri percepiti come immutabili, quanto di minare ogni certezza nella possibilità di nuovi equilibri realmente immutabili. La prima strategia industriale europea della difesa definisce una visione chiara e a lungo termine per garantire la preparazione industriale nel settore della difesa nell’Unione europea, ponendosi quale obiettivo, entro il prossimo 2030, di acquistare insieme almeno il 40% del materiale per la difesa, di spendere almeno la metà del loro bilancio per gli appalti nel settore della difesa in prodotti fabbricati in Europa e di commerciare almeno il 35% dei beni per la difesa tra Paesi UE, anziché con altri Paesi, un nuovo programma europeo per l’industria della difesa da 1,5 miliardi di euro. Per realizzare il quale, appaiono decisivi due equilibri politici: un giusto equilibrio transatlantico con gi USA, indipendente dal risultato delle prossime elezioni e un giusto equilibrio interno, capace di garantire un vero mercato paneuropeo della difesa, in cui la creazione di valore sia ben distribuita e condivisa in tutta l’Unione. La strategia e il programma incentivano la cooperazione transfrontaliera e pongono rilievo al ruolo delle PMI e delle piccole imprese a media capitalizzazione.