LA DOGANA ITALIANA SI AVVICINA ALL’EUROPA?
Con la benedizione finale del Consiglio dei Ministri, il decreto legislativo recante disposizioni nazionali complementari al codice doganale dell’Unione (nonché molto altro ancora) attende solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale per dispiegare i suoi benefici influssi su tutti noi. Poi, finalmente, anche l’Italia sarà più vicina allo spirito unionale. Forse…
“Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame definitivo, i seguenti provvedimenti. 1. Disposizioni nazionali complementari al codice doganale dell’Unione e revisione del sistema sanzionatorio in materia di accise e di altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi (decreto legislativo – esame definitivo) (Economia e finanze). Il testo ha ottenuto l’intesa in sede di Conferenza unificata e tiene conto dei pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari”. Poche righe, scarne e asettiche, prive di commento e di intento illustrativo, a differenza dei provvedimenti di natura fiscale approvati lo stesso giorno, nella “colonna destra” del comunicato stampa del 7 agosto scorso: vagiti soffocati, quelli emessi alla nascita della nuova normativa doganale italiana, finalmente ancorata ai solidi e inderogabili principi dettati dal legislatore unionale nel Codice doganale dell’Unione. Dalle spiagge e dai sentieri di montagna si innalzano potenti i peana, soprattutto di coloro che hanno partecipato fattivamente al parto: una dogana più moderna ed europea. Torneremo, in futuro, con calma e dopo attento studio, a commentare le principali disposizioni; l’impressione che abbiamo dalla complessiva lettura del provvedimento, tuttavia, non è di un fresco vento primaverile, bensì di uno stantio ritorno alle origini, un usato (buono?) spacciato per nuovo. Ne riparleremo, a lungo.