LA DOGANA COME FATTORE DI SVILUPPO NEI PAESI PIÙ POVERI
Che la leva doganale possa rappresentare uno strumento utile per la ripresa economica di qualsiasi Paese, è ormai certezza acclarata; lo conferma un recente rapporto del World Bank Group, nel quale l’istituto di Washington chiarisce alcune primarie sfide cui devono rispondere le riforme doganali nei Paesi in via di sviluppo a basso reddito.
Nei Paesi in via di sviluppo, il ruolo delle dogane è fondamentalmente votato alla riscossione dei diritti doganali, mentre il compito di agevolare gli scambi e di garantire una sufficiente sicurezza alle frontiere è spesso sottovalutato. E ciò avviene soprattutto nei Paesi a basso reddito, dove le dogane riscuotono tra il 30 e il 60 per cento del totale delle entrate statali, diventando strumento chiave di stabilizzazione delle entrate nazionali.
La nota pubblicata dal World Bank Group analizza le sfide in corso in tali Paesi per l’attuazione delle riforme anticorruzione e l’importanza che le dogane a tal fine svolgono, in quanto soggetti in possesso di informazioni di intelligence da coordinare e scambiare in forme di cooperazione con le altre autorità coinvolte nel processo, così da informazioni aumentarne l’efficienza. La relazione rileva, inoltre, i rischi connessi alla modernizzazione dei sistemi informatici di gestione delle attività doganali, sottolineando come l’informatizzazione dovrebbe essere concepita come uno strumento, piuttosto che un fine come, invece, accade nella maggior parte dei casi. Quindi, prima di avviare riforme di reingegnerizzazione finalizzate all’aggiornamento degli strumenti informatici o all’acquisizione di nuove tecnologie per migliorare l’efficienza degli uffici, occorre effettuare un’analisi preventiva dei problemi che incidono sull’uso dell’infrastruttura IT.
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