LA CORTE UE DEFINISCE LA PROPORZIONALITA’ DELLA SANZIONE
Pressochè all’unisono, involontario, ma quanto mai indicativo, ADM e Corte di Giustizia UE si sono pronunciate in tema di sanzioni doganali: la prima, obtorto collo, costretta ad espungere dalla prassi la sanzionabilità di più singoli della medesima dichiarazione, la seconda chiamata ad una complessa delimitazione ideale del concetto di proporzionalità.
Ci sono notizie che godono di una subitanea fortuna mediatica, al di là della loro effettiva importanza. Ci sono notizie destinate a cadere, a volte inspiegabilmente, in un vuoto silenzio, al di là della loro effettiva importanza. Medesima sorte colpisce anche provvedimenti normativi, chiarimenti amministrativi, orientamenti giurisprudenziali; a dotte e filosofiche disquisizioni dottrinali si contrappongono pagine di bianco candore. Poi, improvvisa, la scena muta e ciò che appariva dimenticato risorge a subitaneo splendore. Litri di inchiostro a denunciare l’illogicità di un sistema sanzionatorio lontano anche dalla unionale dissuasione e molto più prossimo alla repressiva punizione; al sottile silenzio dell’autorità doganale si è contrapposta l’onda, via via più tumultuosa, della giurisprudenza, assurta a maremoto in grado di travolgere le inique difese di un dettato normativo giuridicamente arcaico e ottusamente interpretato. Della pronuncia di ADM sulla non sanzionabilità dei singoli della dichiarazione di importazione, abbiamo già doverosamente scritto. Negli stessi giorni la Corte di Giustizia UE, consapevole della diversità dei sistemi sanzionatori nazionali, stabiliva che possa considerarsi proporzionale un’ammenda amministrativa corrispondente, in linea di principio, al 50% dei diritti contestati. Ne farà tesoro il legislatore italico? Quello unionale, ci ha già pensato.