Irlanda del Nord: l’accordo sembra raggiunto
Politicamente parte di UK, doganalmente della UE, fisicamente presente su un’isola che ancora non ha scordato le tragiche immagini di una guerra civile: destino difficile, quello dell’Irlanda del Nord, non certo facilitato dalla Brexit e dalla soluzione Johnson degli sdoganamenti in mare. Ma ora, finalmente, il buon senso ha trionfato e il Paese respira.
Il primo Ministro inglese Rishi Sunak e il Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen sembrano essere riusciti dove, fino ad oggi, le diplomazie britannica e unionale avevano fallito: trovare un punto di equilibrio tra le ragioni politiche, che vedono l’Irlanda del Nord parte integrante di UK, e quelle dell’Unione europea, preoccupata di una via preferenziale di ingresso nella UE di beni provenienti dalla Gran Bretagna e sottratti alle misure restrittive unionali.
Certo, si tratta di un accordo che deve essere votato e recepito normativamente dalle due parti, andando, di fatto, a toccare un protocollo dell’Accordo di Recesso.
L’uovo di Colombo? Due corsie: per i beni provenienti da UK e destinati alla UE o a rischio di entrare nella UE, controlli e regole doganali, sanitarie e fitosanitarie, come al solito; per i beni provenienti da UK e destinati a rimanere in Irlanda del Nord, requisiti e processi drasticamente più semplici, necessità di un numero ridotto di dati e informazioni per lo spostamento, applicabilità delle regole sanitarie e fitosanitarie UK, nessuna regola di origine richiesta, procedure semplificate per il settore agri-food.
La UE mantiene la possibilità di controllare il rispetto delle disposizioni e, eventualmente, di sospenderne l’applicazione in presenza di rischi o abusi. I medicinali saranno soggetti alla medesima disciplina, anche autorizzativa, applicabile in UK, compresi i requisiti di etichettatura “UK only”.