GLI USA GUARDANO ALL’AREA INDO-PACIFICA
L’Indo-Pacific Economic Framework for Prosperity conferma l’impegno dell’amministrazione Biden nel perseguire l’obiettivo di espandere la propria leadership economica nell’Indo-Pacifico e di collaborare con i Paesi dell’area per proteggere la supply chain USA e cooperare allo sviluppo e alla regolamentazione delle tecnologie emergenti.
Lo scorso 23 maggio, a Tokyo, il presidente Biden ha lanciato l’Indo-Pacific Economic Framework for Prosperity (IPEF), che coinvolge, quali partners iniziali, Australia, Brunei, India, Indonesia, Giappone, Corea del Sud, Malesia, Nuova Zelanda, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam, ovvero circa il 40% del PIL mondiale. Dopo il protezionismo trumpiano e la crisi della globalizzazione post-pandemia e nell’attesa di delineare nuovi equilibri geopolitici conseguenti al conflitto russo-ucraino, gli USA, desiderosi di bloccare l’avanzata cinese, tentano di riprendere il ruolo di guida commerciale anche nell’aerea indo-pacifica. Gli investimenti diretti degli Stati Uniti nella regione sono stati patri a oltre 969 miliardi di dollari nel 2020, quasi raddoppiati nell’ultimo decennio; il commercio con questa regione sostiene più di tre milioni di posti di lavoro americani e, con il 60% della popolazione mondiale, si prevede che l’area indo-pacifica rappresenterà uno dei mercati che maggiormente contribuiranno alla crescita globale nei prossimi 30 anni. Un’economia digitale, resiliente, pulita, equa, questo l’ambizioso obiettivo dell’IPEF, il cui raggiungimento sarà diretta conseguenza delle trasformazioni in atto nei settori dell’energia pulita, del digitale e della tecnologia,