FIRST SALE RULE USA, RICORDA QUALCOSA…
Il metodo principale per valutare la merce importata negli Stati Uniti è il “valore di transazione”, esattamente come il Codice unionale statuisce per noi europei. Ma cosa accade se la merce è stata oggetto di più vendite, con ogni acquirente ad interim che aggiunge un importo per profitto e spese al prezzo pagato in import?
Un bene articolo prodotto in Cina, venduto a un intermediario a Hong Kong e, a sua volta, ceduto a un acquirente a New York; la normativa vigente consente agli importatori USA, a determinate condizioni, di calcolare il valore in dogana sulla prima o precedente vendita, piuttosto che sull’ultima. Ma sì, è la regola della prima vendita o first sale rule, che il legislatore unionale, colto da un potente afflato pro azienda, ha pensato bene di sopprimere dal lontano 2016. La giurisprudenza consolidata della Court of Appeals for the Federal Circuit (CAFC) riconosce la validità del McAfee standard: in un sistema di distribuzione a tre livelli, il prezzo del produttore costituisce un valore di transazione redditizio quando le merci sono chiaramente destinate all’esportazione negli Stati Uniti e il produttore e l’intermediario trattano reciprocamente a condizioni di mercato, in assenza di qualsiasi influenze che incidono sulla legittimità del prezzo. Una vendita tra parti legate sarà considerata dalla dogana a condizione di mercato se un esame delle circostanze della vendita indica che il rapporto tra acquirente e venditore non ha influenzato il prezzo effettivamente pagato o da pagare (test delle circostanze della vendita). Continuiamo a essere sempre noi i più furbi?