EXPORT CONTROL MADE IN CHINA
Lo State Council Information Office cinese ha pubblicato un libro bianco per illustrare le linee guida in materia di export control; il Paese del dragone sta perseguendo un approccio olistico alla sicurezza nazionale e sta adottando misure più attive per integrarsi nel processo di globalizzazione economica.
La Cina si impegna solennemente a mantenere la pace internazionale e a rispettare la disciplina sulla non proliferazione e gli altri obblighi internazionali; avendo tratto utile esperienza dalle pratiche standard globali, ha istituito un sistema di controllo delle esportazioni disciplinato da una specifica legge, che copre articoli a duplice uso, prodotti militari, materiali nucleari e altri beni, tecnologie e servizi, diretti a salvaguardare la sicurezza e gli interessi nazionali con la ferma opposizione alla proliferazione di tutte le forme di armi di distruzione di massa. Parole, destinate più alla platea che assiste silenziosa alle prove della rappresentazione della Grande Cina? Certo, Xi Jinping preferisce giocare a Risiko con le milizie commerciali ed economiche, pur non disdegnando le armi convenzionali per riaffermare la sua superiorità ove messa in discussione. Ma una export control law è un presupposto formalmente necessario per l’accettazione internazionale: la legge promulgata nell’ottobre 2020 è stata seguita dalla riforma, modifica e abrogazione dei regolamenti amministrativi e delle normative dipartimentali, al fine di elevare la prassi cinese ai più elevati standard globali; il tutto debitamente illustrato, con non poca enfasi, in questo libro bianco.