ELUSIONE DAZIARIA E LIBERTA’ ECONOMICA
Tanto rumore per nulla? Birichina, Harley-Davidson, che delocalizza la produzione per non pagare un dazio supplementare UE, nessuna giustificazione economica, nessuna trasformazione sostanziale invocabile, bacchetta il Tribunale. Ora, la causa arriva in Corte di Giustizia, l’avvocato generale ha idee diverse e una riflessione è d’obbligo.
Avvocato generale della Corte di Giustizia UE, docente universitaria, esperienze accademiche oltreoceano, la sig.ra Juliane Kokott appare immersa in una cultura liberista, che mal sopporta gli ostacoli alle iniziative economiche private.
“…la nozione di giustificazione implica l’esistenza di un interesse prevalente giuridicamente riconosciuto. In generale, essa manca nel caso di misure illegittime o di elusione non conforme allo scopo di normative, come i dazi doganali… Per contro, il semplice fatto di evitare l’applicazione di oneri doganali non è, in quanto tale, né illegittimo né censurabile per altri motivi… Nella presente causa, l’applicazione di un divieto di evitare i dazi costituisce un’ingerenza significativa nella posizione concorrenziale della Harley-Davidson…” L’intento elusivo può essere perseguito solo quando si concretizza in una manipolazione delle regole di origine, quando, cioè, il suo profilo di illegittimità si palesa senza dubbio alcuno; diversamente, rientra nelle scelte di libertà economica di ogni operatore economico scegliere dove è più conveniente produrre, senza che ciò possa essere censurato in sede giurisdizionale. Pensiero consolidato della Corte di Giustizia UE è non ravvedere la configurazione dell’abuso del diritto nelle scelte di business che perseguano un maggior vantaggio fiscale: vedremo se i giudici vorranno confermare tale orientamento anche in campo doganale.