DAZI USA, LA WTO DA’ RAGIONE ALLA CINA
Il Dispute Settlement Body della WTO è l’organismo che il Presidente Trump avrebbe abolito con sincero piacere; ora, questo organismo ha autorizzato la Cina ad applicare misure ritorsive sulle importazioni di prodotti USA proprio in risposta alla guerra dei dazi scatenata dall’ex Presidente USA.
I dazi, si sa, sono una misura protezionistica per eccellenza; l’amministrazione Trump ha avuto l’indubbio merito di portare alla ribalta della pubblica opinione un termine, dazio appunto, che per anni aveva vivacchiato in vecchi testi poco conosciuti. La Sezione 301 del Trade Act del 1974 autorizza il Presidente USA a imporre tariffe o altre restrizioni alle importazioni da un Paese straniero che ha pratiche commerciali sleali giudicate penalizzanti per gli Stati Uniti; da qui, i dazi compensativi sui prodotti cinesi disposti nel 2018. Che a XI Jin Ping non sono affatto piaciuti, tanto da denunciarli alla WTO. Che il 26 gennaio ha autorizzato la Cina ad imporre contromisure sui prodotti importati dagli USA per un valore di 645.121 milioni di dollari all’anno. Gli Stati Uniti non sono riusciti a dimostrare la legittimità della loro azione, giustificata dalle presunte violazioni cinesi in tema di proprietà intellettuale e trasferimento forzoso di tecnologia e che aveva portato a disporre misure restrittive per oltre 400 miliardi di dollari sulle esportazioni cinesi; tali dazi sono contrari alle regole internazionali sul commercio, secondo il collegio giudicante. Ora, gli Stati Uniti hanno 60 giorni di tempo per proporre appello contro tale decisione.