CINA PROTAGONISTA ANCHE ALLA WTO
Le misure protezionistiche (dazi antidumping e dazi compensativi in primis) applicate a molti prodotti cinesi da economie preoccupate dell’aggressività del Dragone sui mercati mondiali e di una ripresa post-pandemia senza eguali, sono spesso fonte di controversie, oggetto di composizione in sede arbitrale WTO.
Lo scorso 11 giugno la delegazione giapponese presso la WTO ha consegnato al Dispute Settlement Body un documento, diretto alla delegazione cinese, nel quale contesta la legittimità e la compliance con la normativa commerciale internazionale delle misure antidumping, disposte, con Announcements n. 9 e n. 31 del 2019, dal MOFCOM, il Ministero del Commercio cinese, sulle importazioni di billette di acciaio inox, bobine e lamiere laminate a caldo di origine giapponese. L’imposizione cinese, oltre ad essere contraria all’art. 1 dell’Anti-Dumping Agreement e all’art. VI del GATT, annullerebbe o indebolirebbe i benefici spettanti, direttamente o indirettamente, al Giappone in virtù di tali accordi.
Il successivo 24 giugno la delegazione cinese ha consegnato sempre al Dispute Settlement Body una denuncia, per motivi identici ai precedenti, contro le misure antidumping, disposte dal governo australiano sulle importazioni di alcuni prodotti cinesi, tra i quali torri eoliche, ruote ferroviarie, accessori in acciaio inox, riservandosi rivendicazioni e ritorsioni. Si attende la risposata di Cina e Australia e si auspicano negoziati risolutivi.
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