BREXIT, CHI ERA COSTEI?
Occupata dalle fosche vicende geopolitiche degli ultimi anni e impegnata nella quotidiana sopravvivenza, la mente rischia di perdere il ricordo della Brexit. Non è così per i cittadini britannici e per il Parlamento UE, che ha pubblicato un interessante studio a due anni dalla storica separazione, individuando pregi, difetti e futuro dei rapporti UE-UK.
La memoria è tesoro e custode di tutte le cose, sentenziava il saggio Cicerone. La Brexit non è solo memoria; non, almeno, per i cittadini britannici, in parte pentiti e che contano ogni giorno le sterline pagate come tributo a una sciagurata scommessa. E non per il Parlamento UE, che pubblica ora un’analisi su effetti e conseguenze della fuga UL dalla UE. Obiettivo principale è verificare lo stato di attuazione delle disposizioni, concordate nel Withdrawal Agreement e nel Trade and Cooperation Agreement, in materia di parità di condizioni, in particolare quelle relative alla protezione dei diritti ambientali e social e del lavoro, nonché analizzare i flussi commerciali tra le due parti. Una volta definita l’attuale scena politica, il Parlamento UE delinea le potenziali fonti di tensione nelle relazioni UE-Regno Unito che ostacolano la piena applicazione degli accordi e propone le valutazioni unionali sullo status quo delle relazioni commerciali, presentando anche le opinioni degli esperti sull’andamento delle previsioni pattizie. Una visione longitudinale dei flussi commerciali anticipa le conclusioni dell’analisi: stringere le relazioni politiche, disciplinare le circostanze non previste e le carenze degli accordi, una politica economica UK chiara, affidabile, sostenibile e ben comunicata, promuovere le relazioni tra le amministrazioni locali UE e UK, lavorare insieme sull’agenda climatica.