ASIA CENTRALE PONTE CON L’EUROPA
I rapporti con i Paesi dell’Asia centrale, strategici per la UE fin dal 2019, quando venne pubblicato il report “The EU and Central Asia: New opportunities for a stronger partnership”, hanno assunto un valore storico a seguito degli eventi politici che hanno interessato l’area negli ultimi tre anni e del conflitto russo-ucraino: lo ricorda, oggi, il Parlamento UE.
Un’area geografica instabile, volubile, politicamente rischiosa e troppo esposta ai voleri di vicini troppo potenti; eppure, l’Asia centrale è una regione di interesse strategico per la UE in termini di sicurezza e connettività, così come di diversificazione dell’energia e delle risorse, risoluzione dei conflitti e difesa dell’ordine internazionale multilaterale basato su regole certe. Che, tuttavia, fin dall’adozione della strategia, è stata colpita da significativi fattori esterni, come il conflitto russo-ucraino, la presa del potere da parte dei Talebani in Afghanistan, le ambizioni globali della Cina, nonché l’instabilità interna, in Kazakistan nel gennaio 2022, nel Gorno-Badakhshan del Tagikistan, in Uzbekistan, sul confine kirghiso-tagico. La relazione del Parlamento UE ha lo scopo, ambizioso, di affrontare le opportunità e le sfide di un avvicinamento nella cooperazione UE-Asia centrale, nel contesto dei cambiamenti geopolitici globali e regionali.
E sottolinea il grande potenziale di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa in materia di sostenibilità, sviluppo, connettività, energia, materie prime critiche e sicurezza, nonché le significative conseguenze geopolitiche e commerciali della guerra russo-ucraina, che ha dato vigore al Middle Corridor non solo come zona economica regionale, ma anche quale rotta alternativa e sostenibile tra Asia ed Europa, che evita il passaggio sul territorio russo.