ARABIA VISION 2030: IL PIANO PER REALIZZARE LE AMBIZIONI DEL PAESE
L’ Arabia Saudita ha recentemente approvato il piano “Arabia Vision 2030”, diretto a trasformare il Paese in una potenza finanziaria regionale, riducendo esponenzialmente la dipendenza dalle entrate petrolifere. Una riforma dell’economia che non lascia indifferenti gli sguardi unionali, sempre interessati ad un accordo con i Paesi del Golfo.
L’esempio? Gli Emirati Arabi Uniti. Il timore? La stagnazione al ribasso dei prezzi petroliferi (il 90% delle entrate del Paese), condizionati anche dal ritorno dell’Iran sui mercati internazionali. Il programma è diviso in tre capitoli: “il boom economico”, “la società vitale”, “il Paese e le sue ambizioni”; quest’ultimo rivela gli obiettivi di lungo periodo dell’intera nazione e la sua trasformazione da attore regionale a protagonista dei mercati internazionali. In campo energetico, obiettivo di Riad è lo sviluppo del settore delle fonti alternative e rinnovabili, nonché delle risorse minerarie presenti sul territorio, come oro, fosfato e uranio. Contemporaneamente, il governo saudita punta a sviluppare anche i servizi logistici per attirare investimenti esteri, divenendo il principale erogatore nella regione, con il fine di raggiungere un aumento del 3,8% del PIL, che condurrà il Paese fra le prime 15 economie mondiali (attualmente l’Arabia Saudita è al 19° posto). Cambio di rotta anche nelle modalità di investimento all’estero: stop ai finanziamenti a pioggia e ricerca di progetti di interesse comune. Un esempio è l’impegno nella realizzazione di infrastrutture per esportare il petrolio in Europa attraverso l’Egitto, grazie alla costruzione di un ponte sul Mar Rosso di 15 chilometri per collegare i due Paesi, al fine di rafforzare ulteriormente i legami culturali e commerciali. L’Unione europea osserva interessata e attende…
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